Lady Margot Stories
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- E se non di petite mort
E se non di petite mort, questa notte, tra le mie coperte, aspettando quel tuo bacio, che tanto bramo, e che la mia bocca forse mai conoscerà, morirò senz'altro di desiderio. Lady Margot Febbraio 2023
- Il tuo bacio
Il tuo bacio stanotte poi è arrivato. È stato dolce e appassionato, devo averlo forse sognato. Le tue mani sul mio viso, le tue dita sul mio collo, il tuo sguardo era deciso, i nostri sensi fuori controllo. Il tuo bacio aveva il sapore di tutte le cose più buone al mondo. Sapeva di vita, di sesso, d’amore, e aveva il mare, che tu adori, sullo sfondo. Lady Margot Febbraio 2023
- La petite mort
Penso alla sua bocca, scivolarmi sulla schiena, al ritmo dei suoi baci, e il fuoco si scatena. Penso alla sua pelle, bagnata sul mio seno, mi stringe tra le braccia, lo guardo fisso e tremo. Penso alle sue mani, le porta tra le gambe, mi scosta le ginocchia, poi le accarezza entrambe. Penso alla sua lingua, che sfiora le mie labbra, il tocco è delicato, la punta appena calda. Penso al suo piacere, mi esplode a un tratto dentro, io muoio insieme a lui, e scorrere lo sento. Lady Margot Febbraio 2023
- A-mare
Le notti d’estate, un cielo di stelle. Io nuda nuotavo, nel mare bollente. La spiaggia deserta, la brezza leggera. Tu mi sfioravi e baciavi la schiena. La pelle bagnata, le labbra salate. Noi due stesi a riva, tra onde infuocate. L’amore era semplice, concesso sbagliare. La vita era lenta, tra grilli e zanzare. Lady Margot Febbraio 2023
- Insopportabilmente Me
Come cielo in tempesta, Maestrale sul Golfo, lava nel mare. Con il cuore che esplode, la pelle che trema, la testa per aria. Con tutto il mio corpo, l'anima in fiamme, gli occhi di sale. Con tutti i miei sbagli, i cambi d'umore, i mille difetti. Insopportabilmente indocile. Insopportabilmente donna. Insopportabilmente Me. Lady Margot
- Impronte
I giorni van veloci e si dimenticano. Col tempo l'ira passa, i segni restano. Ho ancora le tue frasi tutte in testa, e non si spengono. Ho visto ieri, casualmente, il nostro libro in centro. Affinità tra noi? Son tante! Le tengo tutte dentro. Baciarti dopo - nella testa - è stato intenso. E tu neanche lo sapevi. Non ha senso! Domani è un altro giorno, uno diverso. I sogni insieme a te? A volte, sì, li faccio ancora - a letto. C’hai sempre quello sguardo dolce e un po' perverso? Ho qui con me la tua poesia e non la getto. Già è tempo, caro, di lasciarti andare. E so che questo farà sempre male. L’hai vista - dimmi - anche tu quella bellezza? I nostri cuori battere più forte? E al mare quell’ebbrezza? E tutte le parole che scorrevan turbolente? L’erotica scrittura che c’incendiava i sensi? Baciarsi sempre in spiaggia, senza paura e ostacoli, a sguardi persi e intensi? Tu non odiarmi, amore, se un giorno poi mi pensi. Lady Margot Febbraio 2023
- Quando il cuore si sveglia non fa rumore
La solitudine è il prezzo da pagare per proteggersi dagli altri, dai pericoli del mondo, dalle ferite, dagli spasmi del cuore, dalle onde che si infrangono tempestose contro gli argini della propria anima. La solitudine è una scelta. Se sei solo, sei al sicuro. Se concedi la tua anima a qualcuno, ti stai esponendo. La solitudine rende anche tristi e vuoti. È come una bolla avvolgente e irresistibile permeata di sottili radici, che lentamente penetrano sempre più a fondo nell’anima e si nutrono di tutto l’entusiasmo, della gioia di vivere, risucchiando lentamente, giorno dopo giorno, tutta la linfa vitale. La solitudine è come una prigione. Una bellissima prigione di lusso, enorme, maestosa, con centinaia di meravigliose stanze, tutte imbardate di lucenti dettagli in oro zecchino. Una gabbia accogliente e splendida che però non offre alcuna via di fuga. Quando il cuore si chiude non fa rumore. Continua a battere. Al suo rientro a casa, anche quella notte, aveva provato un insostenibile senso di vuoto. Ad ogni viaggio in treno verso il lavoro, ad ogni passo che distrattamente dava, ad ogni sguardo rivolto al cielo ricolmo di nuvole grigie e asfissianti, quel grande senso di vuoto interiore non lo abbandonava. Lui si limitava a trascinarlo con sé ovunque andasse, rassegnato, come un macigno opprimente incastonato da tempo immemore nel suo petto. Nei suoi preziosissimi libri, l’unico universo che aveva avuto veramente il coraggio di esplorare. Se ne andava in giro per il mondo tutto racchiuso in se stesso, un incantevole riccio, con i suoi occhi scuri e infinitamente dolci, apparentemente pacato e sicuro di sé. E proprio come un riccio, con gli anni, aveva sviluppato tutto attorno a sé una foltissima corazza di aculei spessi e pungenti. Era un uomo gentile, introverso, sapeva sempre come strappare un sorriso a chiunque e sapeva bene come rendersi utile. Non si era mai reso conto della sua bellezza, e questo lo rendeva ancora più affascinante. Era sempre stato curioso, interessato, gli piaceva studiare, conoscere nuovi mondi, nuove culture e immaginare le vite delle persone che le abitavano. Tutta questa esplorazione teorica gli regalava ogni giorno una piccola ma inebriante sensazione di scoperta, un senso di costante crescita per osmosi. Tuttavia, non era mai stato capace di immergersi completamente nelle profondità della sua stessa anima. Come chiunque anche lui aveva dei sogni. Non aveva però ancora avuto il coraggio di realizzarli. Il suo cuore nell’ultimo periodo aveva inavvertitamente cambiato ritmo. L’incontro con un’altra cultura, quella volta, lo aveva destabilizzato. Lei non era speciale, era semplicemente diversa. Le sue parole, i suoi occhi, i suoi modi di fare, erano diversi. E tutta questa diversità se da un parte lo seduceva, dall’altra lo terrorizzava. La sua curiosità, tutto quell’incessante scorrere di informazioni, di idee, di pensieri, tutta quella onestà, quella passione, lo avevano semplicemente travolto. Non poteva fermarsi, ma non riusciva neanche ad abbandonarsi a quel fiume in piena. Uno scontro titanico tra testa e cuore. Tra ragione e sentimento. Tutta quella confusione non gli aveva permesso, non quella volta, di innalzare completamente la sua potente ed efficace corazza. La sua pelle chiara e nuda era rimasta a tratti scoperta, ed ora da alcune angolazioni era persino possibile scorgere il suo cuore pulsante, le sue vene rigonfie di nuova e giovane linfa vitale, i suoi sensi virili che, anche contro la sua volontà, sottopelle e grandiosi esplodevano. Quando due cuori collidono non fanno rumore. Semplicemente battono insieme. La consapevolezza che ora il suo cuore stesse battendo e che avesse cambiato il suo ritmo, che stesse persino iniziando a sincronizzarsi con il ritmo di un altro cuore, esterno al suo corpo, che non gli apparteneva e che forse mai gli sarebbe appartenuto, lo sconvolse. Non era preparato a tutto questo. E non sapeva cosa farsene di tutto quel sentimento, di tutto quel fuoco, di tutti quegli impulsi, se non poteva neanche concretizzarli. A che serve rendersi conto che si è ancora capaci di provare passione, di amare, se poi non è neanche concesso farlo? Una domanda lecita, ma insensata. Come poteva non accorgersi che amare non deve servire per forza a qualcosa o a qualcuno? Non si ama per interesse, per egoismo, per raggiungere uno scopo, per ottenere gratificazione, per cambiare vita, per sconfiggere i propri mostri. Amare è un dono. E un dono lo si accetta con gratitudine. Si ama senza ragione. Si ama perché non si può fare diversamente. Si ama a prescindere dalle condizioni, dalle circostanze, dalla possibilità di realizzare o meno quell’amore. Si ama per coraggio, non si ama per paura. Quando il cuore si rompe non fa rumore. Rallenta solo un po’ il suo battito. Il suo cuore ferito, come mare in tempesta, ora straripava violento e incontrollabile sulle fertili terre di quella fragile unione, riversando le proprie acque acide e velenose in ogni direzione. Di tanta bellezza ormai rimaneva ben poco. Solo qualche poesia, parole immense e senza valore, una dichiarazione d’amore senza tempo e affidata al moto perpetuo della sua anima. L’aveva persa, come si perde qualcosa che non si è mai veramente voluto. Ed era così preso dalla sua paura, accecato dalla sua rabbia, dal suo orgoglio, dal suo dolore, dai suoi tormenti interiori, che neanche se ne era accorto. Un evento passato tristemente inosservato. Un’assenza assolutamente irrilevante. Una perdita forse persino necessaria. La vita delle persone è complicata. Il velo di egocentrismo che ogni giorno indossiamo non ci permette di carpire davvero il dolore degli altri. Ci limitiamo principalmente ad osservare il nostro. Crediamo che le vite altrui siano sempre migliori, più semplici, più interessanti. La vita degli altri non ci interessa sul serio. Ci focalizziamo solo su ciò che gli altri già hanno e noi no. Vogliamo solo regalarci un’altra ragione per piangerci addosso, per autocommiserarci. Siamo tutti egoisti. Siamo tutti peccatori. Ci sforziamo di vivere le nostre vite, come possiamo, trascinandoci dietro le nostre memorie, le nostre battaglie, le nostre sconfitte. Siamo padroni e artefici del nostro destino, siamo responsabili delle nostre azioni, siamo i timonieri delle nostre stesse navi. I mari che navighiamo però, quelli non sempre li scegliamo. A volte le tempeste arrivano e si abbattono su di noi, all’improvviso, e noi non siamo neanche preparati ad affrontarle. Altre volte anche le cose belle arrivano all’improvviso, ci piovono addosso, e noi non siamo pronti ad accoglierle. E va bene così. Non siamo tutti in fondo il risultato aleatorio di una infinita serie di fortuiti eventi ed occasioni perse? Erano già trascorsi due mesi. Il rigido freddo invernale aveva finalmente lasciato il posto al primo tepore primaverile. Le piccole foglioline verde acido spuntavano gloriose sui rami degli alberi, incoronandoli. Anche le rondini erano tornate. L’aria fresca e inebriante sprigionava finalmente un sapore frizzante di vita e di nuove occasioni. Non l’aveva più sentita da allora e non ci aveva neanche più pensato. Forse tutta quella storia non era neanche stata reale. Doveva essere stato un sogno avvincente, di cui ormai si ricordava ben poco. In quelle notti placide, guardando il cielo stellato, sentiva forte dentro il suo cuore l’urgenza inspiegabile di dover compiere una scelta. Ma cosa c’era da scegliere? Non c’erano alternative. Non c’erano mai state. Di fronte a lui non si aprivano nuove strade, non c’era alcun bivio. Davanti ai suoi occhi c’era sempre stato un solo e unico sentiero. Doveva solo trovare il coraggio di compiere il primo passo e finalmente camminare. C’era sempre e solo stata la sua vita. Uno specchio in cui si era sempre rifiutato di guardare. Una gigantesca tela bianca immacolata ancora tutta da dipingere. Uno scrittore irriverente sepolto da strati di morbida e ostinata rassegnazione. Una incredibile storia d’amor proprio, di coraggio e di rinascita ancora tutta da scrivere. Quando il cuore si sveglia non fa rumore. Batte più forte. Lady Margot Febbraio 2023
- Sunday Meditation
"Time is precious" - many say that but don't really mean it. Time is the cure for everything. Time fixes things. Time heals bones, wounds, souls and broken hearts. Time gives us new perspectives, new dreams, new beginnings. Time goes with us, marks our days, the rhythm of the seasons, the perpetual movement of the planets and of all the other stars. Time helps us to understand what we want, what we deserve, what we are not willing to lose and what we do not accept. Time helps us get to know ourselves and others. Time inspires us, encourages us to move forward. When we have plenty, it lets us grow at our own pace. When we have very little, it teaches us to appreciate the important things. Time gives us advice, experience, wisdom. Time is our best friend. Time is all we really have. Sundays give us Time. To breathe, to escape, to fly. Let us be grateful for it. Lady Margot Today's sunset - 29.01.2023
- Chavela y Frida - El amor prohibido
La primera vez que escuché la música de Chavela Vargas recuerdo que quedé totalmente encantada, me dejó anonadada. Por supuesto, muchas de las canciones no fueron compuestas por ella, pero sus dotes interpretativas eran de una potencia rara y excepcional. La pasión que desbordaba cada una de sus palabras, la profundidad de su voz, la intención con la que acariciaba el espacio a su alrededor mientras cantaba. Pensé que no podía ser una mujer real. En ese momento todavía no sabía mucho sobre ella, sobre su vida ecléctica, su arte, su manera de ser libre y al mismo tiempo esclava, su forma de ser irresistiblemente transgresora en un país de adopción - México - en plena revolución cultural y artística, su relación amorosa con Frida Kahlo. Y aun asì, sentí un transporte emocional, una conexión, que nunca antes había sentido al escuchar música, y que nunca me ha abandonado hasta el día de hoy. Su música me conquistó. Me sedujo. Hizo vibrar ciertas cuerdas de mi alma. Me hizo sentir comprendida. En un mundo sofocado por el moralismo, el puritanismo, la superficialidad, la hipocresía el desinterés colectivo, y a menudo por la cobardía y la pusilanimidad, es bueno darse cuenta de que hay, y ha habido, alguien que ha creído hasta el final, alguien que ha llevado una vida íntegra, exclusivamente conforme a sus valores, con audacia, fuerza, coraje, pasión y sentimiento. Teniendo en cuenta el período histórico y la sociedad en la que se conocieron las dos artistas, siempre he imaginado el suyo como un amor transgresor, vivaz, apasionado, libre, escandaloso, tumultuoso, poderoso, impactante. Pero estas son sólo mis palabras, mis sentimientos. Me impresionó mucho leer algunas de sus declaraciones, sobre todo lo que pensaron la una de la otra cuando se conocieron. Dejo aquí un par de breves citaciones. "Fue un deslumbramiento al verle la cara, los ojos. Pensé que no era un ser de este mundo" - Chavela Vargas “Hoy conocí a Chavela Vargas. Extraordinaria, lesbiana, es más se me antojó eróticamente. No sé si ella sintió lo que yo pero creo que es una mujer lo bastante liberal que si me lo pide no dudaría un segundo en desnudarme ante ella. Cuántas veces no se te antoja un acostón y ya. Ella repito es erótica. ¿Acaso es un regalo que el cielo me envía?,” - Frida Kahlo Si así verbalizaron sus percepciones en su primer encuentro, su atracción fatal, no puedo imaginar qué sentimientos animaron esas palabras. Siempre he pensado que sólo algunas personas en este mundo son capaces de sentir arrebatos tan grandes de pasión que hacen temblar incluso el alma de los demás, que estremecen otra existencia, que dejan como herencia un eco de gran emoción incluso después de su muerte. Algunas personas simplemente nunca mueren. Cuántas personas en este mundo pueden decir que han vivido una vida plena, llena de pasión, llena de alma, llena de emociones, buenas y malas. Personalmente creo que no muchas. Un piscoterapeuta diría que la emotividad, la impulsividad, la pasión no deben ser el motor de una existencia. No tengo argumentos para rebatirlo. Sólo a veces reflexiono sobre la vida y las fuerzas misteriosas que mueven el mundo, y me pregunto: si no es el corazón, ¿entonces qué? Dejo aquí abajo letras y audios de algunas de las canciones de Chavela que me han robado el corazón. ¡Buena escucha! Lady Margot Tú me acostumbraste Tú me acostumbraste a todas esas cosas Y tú me enseñaste que son maravillosas Sutil llegaste a mí como la tentación Llenando de ansiedad mi corazón Yo no concebía cómo se quería En tu mundo raro y por ti aprendí Ahora, me pregunto al ver que me olvidaste ¿Por qué no me enseñaste cómo se vive sin ti? Tu me acostumbraste - Chavela Vargas Paloma Negra Ya me canso de llorar y no amanece Ya no sé si maldecirte o por ti rezar Tengo miedo de buscarte y de encontrarte Donde me aseguran mis amigos que te vas Hay momentos en que quisiera mejor rajarme Y arrancarme ya los clavos de mi penar Pero mis ojos se mueren sin mirar tus ojos Y mi cariño con la aurora te vuelve a esperar Y agarraste por tu cuenta la parranda Paloma negra, paloma negra dónde, dónde andarás Ya no juegues con mi honra parrandera Si tus caricias han de ser mías, de nadie más Y aunque te amo con locura, ya no vuelvas Paloma negra eres la reja de un penar Quiero ser libre vivir mi vida con quien yo quiera Dios dame fuerza que me estoy muriendo por irla a buscar Y agarraste por tu cuenta las parrandas Paloma Negra - Chavela Vargas Adoro Adoro la calle en que nos vimos La noche cuando nos conocimos Adoro las cosas que me dices Nuestros ratos felices Los adoro vida mía Adoro, la forma en que sonríes Y el modo en que a veces riñes Adoro la seda de tus manos Los besos que nos damos Los adoro vida mía Y me muero por tenerte junto a mí Cerca muy cerca de mí No separarme de ti Y es que eres mi existencia mi sentir Eres mi luna, eres mi sol Eres mi noche de amor Adoro, el brillo de tus ojos Lo dulce, que hay en tus labios rojos Adoro la forma en que me besas Y hasta cuando me dejas Yo te adoro vida mía. Y me muero por tenerte junto a mí Cerca muy cerca de mí No separarme de ti Y es que eres mi existencia mi sentir; Eres mi luna, eres mi sol Eres mi noche de amor Adoro, el brillo de tus ojos Lo dulce, que hay en tus labios rojos Adoro la forma en que me besas Y hasta cuando me dejas Yo te adoro vida mía Yo te adoro vida mía Adoro - Chavela Vargas En un rincón del alma En un rincón del alma Donde tengo la pena que me dejó tu adiós En un rincón del alma Se aburre aquel poema que nuestro amor creó En un rincón del alma Me falta tu presencia que el tiempo me robó Tu cara, tus cabellos Que tantas noches nuestras mi mano acarició En un rincón del alma Me duelen los "te quiero" que tu pasión me dio No seremos felices, no te dejaré nunca Siempre serás mi amor En un rincón del alma También guardo el fracaso que el tiempo me brindó Lo condeno en silencio a buscar un consuelo Para mi corazón Me parece mentira Después de haber querido como he querido yo Me parece mentira Encontrarme tan sola como me encuentro hoy ¿De qué sirve la vida Si a un poco de alegría le sigue un gran dolor? Me parece mentira Que tampoco esta noche escucharé tu voz En un rincón del alma Donde tengo la pena que me dejó tu adiós En un rincón del alma Aún se aburre el poema que nuestro amor creó Con las cosas más bellas Guardaré tu recuerdo que el tiempo no logró Sacarlo de mi alma Lo guardaré hasta el día en que me vaya yo Me parece mentira Después de haber querido como he querido yo Me parece mentira Encontrarme tan sola como me encuentro hoy ¿De qué sirve la vida Si a un poco de alegría le sigue un gran dolor? Me parece mentira Que tampoco esta noche escucharé tu voz En un rincón del alma Donde tengo la pena que me dejó tu adiós En un rincón del alma Aún se aburre el poema que nuestro amor creó Con las cosas más bellas Guardaré tu recuerdo que el tiempo no logró Sacarlo de mi alma Lo guardaré hasta el día en que me vaya yo En un rincón del alma - Chavela Vargas Aquí les dejo un interesante trailer de un documental español, Chavela: La declaración de amor de Chavela Vargas a Frida Kahlo
- Aut Aut
<àut àut> è una locuzione latina, in italiano: "o questo o quello". Si utilizza per esprimere una scelta in cui un termine esclude l'altro e allude all'obbligo di prendere una posizione, di scegliere. Tuttavia, una scelta non è sempre possibile e forse neanche auspicabile. Certe cose, a mio avviso, non si scelgono, semplicemente si attraversano. Vedere, non guardare. Volere, non toccare. Sentire, non pensare. Capire, non parlare. Amare. Lady Margot Una lettura consigliata sul tema è Aut-Aut di Søren Kierkegaard. Gennaio 2023
- Lolita - Vladimir Nabokov
“Sarebbe difficile, per chi non ne è stato testimone, immaginare oggi la violenza dello scandalo internazionale, per oltraggiata pruderie, che "Lolita" provocò al suo apparire nel 1955. E tale è l’abitudine alla sciocca regola secondo cui ciò che fa chiasso è inevitabilmente sprovvisto di una durevole qualità letteraria, tanta era allora l’ignoranza dell’opera di Nabokov che solo pochi capirono quel che oggi è un’evidenza dinanzi agli occhi di tutti: "Lolita" è non solo un meraviglioso romanzo, ma uno dei grandi testi della passione che attraversano la nostra storia, dalla leggenda di Tristano e Isotta alla Certosa di Parma, dalle canzoni trobadoriche ad Anna Karenina. Ma chi è Lolita? Questa «ninfetta» (geniale invenzione linguistica di Nabokov, poi degradata nell’uso triviale, quasi per vendetta contro la sua bellezza) è la più abbagliante apparizione moderna della Ninfa, uno di quegli esseri quasi immortali che furono i primi ad attirare il desiderio degli Olimpi verso la terra e a invadere la loro mente con la possessione erotica. Perché chiunque sia «catturato dalle Ninfe», secondo i Greci, è travolto da una sottile forma di delirio, lo stesso che coglie l’indimenticabile professor Humbert Humbert per la piccola, intensamente americana Lolita. America, Lolita: questi due nomi sono di fatto i protagonisti del romanzo, scrutati senza tregua dall’occhio inappagabile di Humbert Humbert e di Nabokov. Realtà geografica e personaggio sono arrivati a sovrapporsi con prodigiosa precisione, al punto che si può dire: l’America è Lolita, Lolita è l’America. E tutto questo, come solo avviene nei più grandi romanzi, non è mai dichiarato: lo scopriamo passo per passo, si potrebbe dire miglio per miglio, lungo un nastro senza fine di strade americane punteggiate di motel. "Lolita" apparve per la prima volta in inglese nel 1955 e solo dodici anni più tardi nella versione russa dello stesso Nabokov.“ Dopo aver letto Lolita le mie impressioni sono state molteplici, variegate e contrastanti. Ho provato a tratti sentimenti controversi. Rabbia, tenerezza, eccitazione, curiosità, pena, dolore, confusione, conflitto. È ben noto a tutti che il tema centrale del romanzo sia l’amore di Humbert Humbert, un intellettuale europeo all’incirca quarantenne, verso Lolita, una ragazzina, la ninfetta americana, appena dodicenne. E la loro relazione sessuale. In realtà in questo romanzo c’è molto, molto di più. Troviamo tra le pagine, che scorrono sin troppo veloci, l’ossessione, il disturbo mentale, il dolore, la malinconia. Sullo sfondo l’America dei primi del Novecento. Non mi avventurerò a raccontarne la trama, né a svelarne i contenuti. Questo post è più che altro un tentativo di tirare fuori pensieri, per lo più slegati tra loro, e di amalgamarli in qualcosa di più organico. Teoricamente si parla in questo libro di una relazione di natura illecita, di pedofilia. Ma il modo in cui viene raccontato e offerto al lettore, è semplicemente geniale. Ha decisamente ribaltato, ridefinito, ridisegnato il mio modo di leggere e di immergermi in un romanzo. Senza più regole, preconcetti, pregiudizi. Al principio mi sono certamente chiesta che cosa un uomo di quarant’anni possa trovare di erotico, sensuale, attraente, nel corpo innocente e ancora acerbo di una dodicenne. Può esserci amore tra due individui così distanti in termini anagrafici? Può essere considerata la loro relazione sessuale consensuale? In che termini è legittimo parlare di consensualità? I ripetuti rapporti sessuali tra i due sono il frutto di un perverso gioco di seduzione tra una disinibita e spregiudicata ragazzina alle prime armi ed un deviato pedofilo di mezza età, o di un più elaborato meccanismo di sopravvivenza, o di un banale condizionamento mentale? Si tratta forse di una macabra relazione tra vittima e carnefice? O di un rapporto più paritario di quanto non si voglia ammettere? Tutti questi interrogativi hanno scatenato nella mia mente tutta una serie di immagini. E quindi impulsi. E quindi emozioni e reazioni. Poi ho semplicemente smesso di interrogarmi e di giustificarmi. Solo dopo aver riconosciuto ed eliminato dalla mente tutti i dogmi morali con cui sono stata educata e cresciuta, e che mi avrebbero inevitabilmente proibito di apprezzare a pieno il romanzo, mi sono lasciata trasportare da Nabokov, completamente e senza sensi di colpa. Ed è stato meraviglioso, nella sua immoralità. Ho navigato le acque turbolente di questo amore sessuale, senza più analizzarlo. E con grande sorpresa, mi sono resa conto che non ne ero più sconvolta, ma al contrario totalmente affascinata. La soggettività che avvolge una tematica talmente intricata e intima, che riguarda forse i sentimenti dell’animo più profondi, non credo permetta di tirare fuori una linea di comportamento univoca, generale. Ogni individuo ha la sua storia, il suo percorso di vita, il proprio bagaglio di esperienze. Tutto ciò determina il suo grado di maturità, i suoi tempi di sviluppo, il ritmo con cui si espone agli eventi caratterizzanti della vita. Le leggi ovviamente si orientano e puntano alla generalizzazione, allo scopo primario di proteggere e tutelare i minori. Ma quando un individuo è ancora considerato minore? Può essere la sola età anagrafica a determinare il passaggio tra lo status di minore a quello di adulto? Quanto la società influisce sullo sviluppo, anche sessuale, di un individuo e sull’età a cui esso si approccia al sesso? E ci sarebbero ancora molte altre domande. Tuttavia, non voglio addentarmi in discorsi talmente spinosi. Anzi, sarà meglio concludere prima di cadere in tentazione. Leggere Lolita è stato un po’ come buttarmi a capofitto in una meravigliosa storia d’amore, senza nessuna precauzione, e sapendo sin dal principio che mi avrebbe prima travolta e poi fatto del male. L’attrazione fatale che spinge ad avvicinarsi, pericolosamente, a qualcosa di oscuro, di proibito, non l’ho respinta ma consapevolmente accolta. E sono nati sentimenti che forse non avrei mai voluto provare, che non credevo neanche possibili, e che nonostante tutto ora dentro di me esistono, sono reali. E per quanto istintivamente avessi la sensazione di volerli rifiutare, allontanare da me stessa, ne ero allo stesso tempo attratta, quasi ipnotizzata. Mi sono sentita libera, tra le pagine di questo Adelphi azzurro, come non lo ero stata per moltissimo tempo. Libera di provare, sperimentare, sentire, immaginare, fantasticare. Mi sono sentita viva, sedotta, appassionata. E allora mi chiedo, non sono forse stata anche io nel corso della vita la Lolita di qualcuno e l’Humbert Humbert di qualcun’altro? Lady Margot Gli Adelphi - Lolita (letto tra Italia e Germania, tra 2022 e 2023. Un libro di transizione) Lolita - Orquesta Mondragón (ispirata al romanzo, ne sono ossessionata)
- Stato di Natura
Come acqua scorro, turbolenta, tra i miei pensieri. Come un sasso affondo, tutta intera, tral le mie voglie. Come un naufrago mi abbandono, miserabile, ai miei tormenti. Lady Margot Dicembre 2022