Un (e)vento inaspettato
Qualcosa di imprevedibile accadde. Un vento d'aria fresca era di colpo entrato nella stanza, facendo sollevare da terra al suo passaggio le tende in lino che incorniciavano la finestra. Una donna, dal nome e dall'età indefiniti, era distesa al bordo del suo letto, avvolta in una chemise de nuit rosa antico in raso. Con le gambe incrociate, teneva tra le mani un piccolo libro in brossura filo refe dalla copertina rigida color rosso carminio. Una selezione di raffinati racconti erotici, con cui lei soleva accompagnarsi a sera, poco prima di prender sonno. La luce nella stanza era gialla, cupa e fioca. L'abat-jour poggiato sul tavolino da notte illuminava intermittente l'angolo destro della camera, che era anche il lato del letto dove lei dormiva. La tapparella era completamente sollevata, la finestra spalancata. I suoni della natura potevano liberamente entrare e diffondersi nello spazio in cui lei assopita si stava rilassando, offrirle una dolce ninna nanna e conciliarle al giusto tempo il sonno. Era una notte di mezza estate. Tiepida e profumata. Il cielo appariva più sereno, terso, dopo la tempesta delle ore precedenti, e aveva assunto una intensa colorazione blu cobalto. La Luna che si preparava ad esser piena a breve, brillava più del solito quella notte, e con i suoi raggi illuminava, delicata, le forme femminili che abitavano quello spazio.
Ad un tratto la donna avvertì quel venticello leggero avvicinarsi e sopraggiungere sulla sua pelle, sfiorarle e avvolgerle entrambe le gambe, quasi come se una mano si fosse materializzata all'improvviso e avesse iniziato ad esplorarla, accarezzandola, per poi risalire attraverso la sua schiena e propagarsi lungo tutto il suo corpo, fino a raggiungerne e a lambirne ogni estremità. Sorpresa e confusa, con le guance leggermente arrossate, interruppe di colpo la lettura. Adagiò il filo rosso, che penzolava dalla rilegatura del libro, tra le pagine in cui era ancora immersa, poi con entrambe le mani lo chiuse e lo ripose accanto a sé, sul fresco lenzuolo verde floreale dove era adagiata. Si voltò di scatto, raggiunse con la punta delle dita l'interruttore della lampada, che spense con un tocco più deciso, diede un ultimo sguardo al panorama lunare, e sprofondò nel cuscino, liberando i suoi lunghi capelli ondulati e scuri e lasciando che si irradiassero dal suo capo in ogni direzione. Facendo un grande respiro distese le sue gambe, mantenendole comunque leggermente aperte, poi chiuse gli occhi e si abbandonò tutta intera a quella seducente brezza. Si addormentò in fretta e lasciò che il vento fresco del Nord, spirandole dolcemente sul viso, l'accompagnasse per tutta la notte tra i labirinti del suo Eden proibito, dove erano di casa i suoi desideri più segreti. Fu un (e)vento del tutto inaspettato.
Lady Margot
30.07.2023
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