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Writer's pictureLady Margot

Der Erntemond - lettura e analisi di Vox Profundis

A pochissimi giorni dall'uscita della mia prima silloge poetica, mentre sono ancora travolta dalle emozioni per questo incredibile sogno che si è fatto realtà, ricevo la straordinaria notizia che una mia poesia, Der Erntemond, sia stata recitata e analizzata da Vox Profundis, all'interno del suo canale youtube creato allo scopo di divulgare la poesia contemporanea. Non posso che essere grata a lui, per avermi dedicato uno spazio all'interno della sua programmazione, e soprattutto per aver scelto di farlo in concomitanza della pubblicazione della mia raccolta, per aver celebrato con me questo traguardo in segno di stima e omaggio. Mi sorprende sempre constatare come la poesia abbia questa capacità di raggiungere il cuore delle persone, di emozionare, di unirci e farci gioire tutti insieme, anche per i successi altrui. Questo è il potere della poesia. Questo è il potere dell'animo umano.

Non credo di avere parole adatte per esprimere tutta la mia gratitudine e riconoscenza per la calorosa accoglienza che Divenire sta già ricevendo a poche ore dalla sua pubblicazione. Il mio grazie di cuore oggi va a Vox Profundis, con i mei più sinceri complimenti al suo lavoro e un grande incoraggiamento a portare sempre avanti questo suo incredibile progetto di diffusione della poesia in Italia.


Di seguito, vi lascio come sempre il video all'episodio e la sua trascrizione.



Trascrizione dell'episodio n. 85 di Poesia e racconti contemporanei:


"Bentornati nell'antro del vostro cantore. Il vostro buon Vox Profundis è qui con voi oggi nuovamente per condividere con estremo onore opere di poesia contemporanea. Oggi torniamo a parlare, a recitare, a riflettere, ad emozionarci con poesie di Lady Margot Stories, alias Valentina Marzulli. Ed è l'occasione migliore per poter festeggiare l'uscita della sua prima raccolta poetica, Divenire. Vi lascerò ovviamente i link in descrizione per poter attingere direttamente dalla sua raccolta, per poter visitare il suo bellissimo blog, e per poter riflettere provare le sensazioni, le emozioni, che riesce a condividere costantemente con noi tramite tutta l'arte, la poesia, i pensieri, le sensazioni, che alimentano il sacro fuoco della poesia all'interno di questa giovane, quanto mai intensa poetessa. Per festeggiare il suo talento, oggi recitiamo insieme una poesia dedicata alla Luna del raccolto, Der Erntemond. Eccola a voi:


A sera, in Autunno,

la montagna ormai tace.

Tutt’intorno, nel borgo,

è silenzio,

foschia e oscurità.

Alle spalle

del grande castagno,

sale e si espande,

la Luna piena del grano.

La sua aurea d’argento,

all’istante,

confonde i pensieri,

ipnotizza lo sguardo,

pietrifica il cuore.

Dai crateri lunari

un diadema di luce

risale e s’irradia,

illumina a giorno

l’intero Paese.

Eppure, in tanto bagliore,

la notte (stanotte)

mi appare più nera.

Davanti a me, ora,

solo sagome informi,

un'infinità di ombre

e tenebre.


La capacità di Lady Margot, di Valentina, di creare la poesia intrisa sempre di questo concetto di natura, una natura viva, una natura che trasmette emozioni, che si collega direttamente ad ogni fascio, ad ogni nervo, della nostra sfera sensoriale, che crea delle immagini così attinenti al mondo naturale, così realistiche, così pregne e piene, vive di dettagli, che permettono alla nostra mente di crearci immediatamente una immagine all'interno della quale veniamo catapultati fin dal primo verso. Ti dà una quantità di informazioni, di sensazioni, talmente intense, in grado di risvegliare un pezzo alla volta ogni tua sensazione relativa ai cinque sensi, che ti immerge in un mare di empatia, perché te lo fa vivere direttamente su di te. Ed è una capacità di scrittura tecnica, quanto mai diretta, attinente e veloce, come il pensiero del lettore, che ti permette quindi di vivere direttamente ciò che stai leggendo, non stai più leggendo la poesia di qualcun'altro, stai leggendo un racconto che la tua mente elabora per te, ed è un potenziale, un'energia assoluta, perché riesce a trasportarti in quel mondo che lei crea. Sei in una sera, in autunno, l'autunno viene presentato qui come una stagione della vita, è qualcosa che è già stato utilizzato in poesia, eppure le immagini che crea la nostra poetessa sono uniche, vive. La pacata stanchezza che presenta l'interno dell'autunno, quel momento di discesa dell'energia del mondo dopo il fulgore estivo, dopo l'esplosione dell'estate, del calore, della luce. Le giornate si accorciano, la sera arriva prima, il caldo lascia spazio al freddo, i grandi colori di esplosione, di vita, pian piano lasciano spazio alle tonalità più calde, e più vicine al sonno del mondo. La montagna tace ormai, c'è silenzio. Tutto intorno, nel borgo, questo piccolo luogo non definito, che può essere un qualunque villaggio, o paese di montagna, di quanti tanti ce n'è nel mondo, e di tanti quanti ce n'è nel nostro bellissimo Paese. Tutto è silenzio. La foschia e l'oscurità, è una visuale cupa, ma proprio come se stesse a rappresentare quest'immagine, questa pennellata, questo addormentarsi, assopirsi del mondo che è tipico dell'autunno. E un po' così è anche il nostro animo quando entriamo in questa stagione, è come se fossimo empatici nei confronti dei cicli della natura, un po' come se anche noi tendessimo a spegnerci quando vediamo che il mondo intorno a noi si spegne, e quindi ci ritroviamo anche noi immersi in questo silenzio, in questo buio, in questa foschia, anche noi cominciamo a cedere alle certezze, ad arrenderci un pochino, perché abbiamo poche energie, che dobbiamo recuperare perché speriamo che ci sia una nuova primavera, una nuova rinascita, un nuovo risvegliarsi con il passare del tempo. Sei alle spalle di questo grande castagno che sale e si espande, sono quegli alberi che diventano rigogliosi, proprio nella stagione autunnale, che rilasciano i loro frutti, che con i loro colori caldi, eppure a loro modo tutti sulla stessa tonalità, rendono questa stagione un confortevole luogo dove rilassarti, un momento di spegnimento dell'eccesso del pensiero superiore, dell'inventiva. Tu ti quieti, così come si sta acquietando la natura. L'unica luce, l'unica aurea argentata di questa nottata piena di foschia, di buio, è questa Luna del raccolto, questa Luna piena di grano. Una Luna con un'area argentata, che con quella luce fredda eppure così intensa, potente, abbacinante, nel buio, nel grigiore della notte, di questo blu profondo che ti avvolge e ti immerge, confonde i pensieri, perché è qualcosa di ipnotico, perché siamo portati inesorabilmente a guardare, l'elegante, malinconica silenziosa Luna. Che ci fissa da lontana, che ci sembra così fredda, così distante, così disinteressata al nostro essere, eppure ci ipnotizza, ci pietrifica il cuore, ci ispira, ci rasserena, perché essa è l unica fonte di luce che abbiamo nella notte, magari anche quando non brillano le stelle, eppure lei è lì, con quell'occhio vigile, a monitorare i nostri sogni, a custodire il nostro sonno, il nostro momento di ricarica energetica, il nostro momento in cui ci stacchiamo inesorabilmente da ciò che è la quotidianità della vita e affrontiamo la notte come un momento di stacco. E la notte è sempre un po' un autunno del giorno, è il momento in cui ti prepari a riposare, in cui ti concedi quel breve letargo invernale prima di risvegliarti, e così è la notte, e così è la Luna, sua guardiana. Dai suoi crateri si irradiano diademi di luce, che risalgono e che illuminano a giorno l'intero paese, perché la Luna è il Sole della notte. Eppure in tanto bagliore, la notte ti appare più nera, davanti a te ora vedi solo sagome informi, un'infinità di ombre e di tenebre. Anche questa è un'immagine profondamente realistica, perché quando siete in un fascio di luce, immersi nel buio, vedete nitidamente solo in quel fascio di luce, ma tutto intorno appare molto più scuro, e quindi anche visivamente è qualcosa di profondamente realistico, perché accade davvero. E quindi quando sei immerso nella luce della Luna, ti guardi intorno e tutto è diventato più buio, tutto è diventato una sagoma d'ombra che inquieta, perché non riesci a identificarla. Eppure, vicino a questa immagine così pregnante di realismo, di naturalismo, di approccio bucolico al racconto della natura, si affaccia anche la metafora del pensiero, dell'anima che si evolve, che si spegne e si riaccende. Ti ritrovi in un momento della tua vita dove hai utilizzato tutte le tue energie per seguire un progetto, un sogno, per fomentare un tuo desiderio, per creare qualcosa, per dare impulso e forza a quella scintilla primigenia della tua fantasia, che alimenta la tua anima, il tuo vero essere, eppure nonostante tu sia stato luce, sei stata tu la fonte di luce del tuo essere per tutto il resto del tempo che hai passato fino ad arrivare a quel momento, adesso inevitabilmente, perché l'essere umano è fallace e non ha energie infinite, ti ritrovi a non emanare più quella luce, perché si spegne e ti ritrovi immerso in questo buio, in queste ombre, in queste tenebre, magari attanagliato da qualche dubbio, da qualche preoccupazione, da qualche momento di stanca, da qualche pensiero non prettamente positivo e costruttivo, quei momenti di sconforto che sono fisiologici, normali, così umani, così veri nella vita, che tutti abbiamo per periodi più o meno lunghi. Valentina riesce a descriverci con questa quanto mai elegante rappresentazione pittorica fatta a parole, con dei colori cupi, scuri, eppure così profondamente caldi e autunnali, alternando i toni freddi della notte ai toni più caldi di un castagno, o della Luce della Luna che per quanto fredda, bianca, in realtà è l'unica fonte di speranza all'interno di questo autunno del pensiero e dell'anima, e ci crea poi dietro questa metafora questa fase della vita che si attraversa, che non è necessariamente legata a un'età, ma a un periodo, che segue sempre uno più intenso, un periodo in cui è necessario abbassare un po' il tiro per ricaricarsi. La Luna del raccolto, l'immagine bucolica che ci rappresenta Lady Margot, che può ricordare le grandi poesie bucoliche antiche o le poesie di pascoliana memoria, in realtà ci permettono anche di risvegliare un ricordo di un autore molto meno conosciuto, rispetto a quelli che vi cito di solito, ma che secondo me rientra tra quegli autori che è necessario leggere almeno una volta nella vita. Un poeta preromantico inglese, si chiama Henry Kirke White, che scrisse alcune raccolte poetiche di argomento relativo alla Natura, utilizzandole come metafora dell'evoluzione del pensiero dell'uomo, dell'emozione dell'uomo. E lui dedicò proprio una poesia alla Luna del raccolto:


(versione integrale)


Luna del Raccolto, mite messaggera

dell’agreste abbondanza,

io ti saluto! Saluto il tuo dardo di luce

che leggero tremola sull’acqua del fiume,

e indora il villaggio di tetti di paglia,

dove dimorano l’Innocenza e la Pace!

Tu riempi di gioia la gente dei campi,

solleciti le danze e le canzoni agresti.


Luna del Raccolto, io amo

vagabondare sugli altipiani

mentre il tuo umile e sereno raggio

colora d’oro tutto il paesaggio circostante;

io amo vederti correre verso l’alto,

nell’azzurra volta del cielo,

dove neppure il più lieve vapore intercetta il tuo bagliore,

e nella tua limpida maestà cammini per la tua strada.


Bellissima, umile Luna!

Ora la notte è giunta al suo apice,

sotto al tuo dominio giace meditabonda,

mentre intorno sussurrano gli zefiri,

ventilando dolcemente il frumento abbronzato dal sole

e stagionato dal calore dell’estate;

tingendo tutta la gioia agreste

quando la sconfinata abbondanza saluta il suo sguardo,

e ti acclama,

umile Luna!

Quanti occhi femminili viaggeranno

lungo la strada

per vedere le messi,

le care deliziose messi del raccolto.


Tempeste e bufere, inondazioni e piogge,

torvi predatori delle pianure,

fuggono questa stagione,

perché nemici delle tue feste:

possano i venti

non condurre nei cieli le nubi,

possa tutta la natura sorridere

quando nella volta celeste appare il tuo viso, Luna del Raccolto!


Sotto al tuo nobile tetto riposa

il contadino profondamente addormentato:

egli sogna fienili stipati, e nella

corte sente risuonare il falcetto;

oh! Fa che nessun uragano distrugga

le sue oniriche visioni di felicità!

Dio dei venti! Ascolta questa umile preghiera,

e mentre la Luna del Raccolta risplende, risparmiaci la furia delle tempeste.


Figli dello sfarzo, a voi

lascio il potere di corteggiare il sonno;

incalzate il soffice letto,

mentre febbrili chimere coronano il vostro capo;

io cercherò la palude silvestre,

penetrerò nell’ombra più impenetrabile,

avviluppato nei sogni della contemplazione,

meditando sugli argomenti più sacri,

mentre sulla brezza

veleggerà soavemente

la melodia incantata dell’usignolo,

e spesso i miei occhi

si solleveranno riconoscenti

verso di te, umile Luna del Raccolto!


Lo stile è simile, la differenza è il livello di immedesimazione che ti garantisce la scrittura di uno rispetto all'altro. Se in Kirke White questa rappresentazione bucolica essenzialmente è solo quella di avvicinamento diretto al mondo agricolo, c'è la rappresentazione della vita del contadino, e quindi l'autore per quanto crei delle immagini bellissime, attinenti alle metafore del pensiero umano, della fase autunnale della vita, delle energie che ci sono nella notte, festeggia questa Luna come fonte di luce, di ispirazione, come qualcosa che ti rasserena in una notte buia, metafora quindi della ricerca sempre di una fonte di luce che possa alimentarti nel momento in cui si è circondati dal nero, dal buio, dall'assoluto, il custode del mondo dei sogni, questi sogni che crei all'interno della notte, che lascia spazio alle tue fantasie, che però sono tutte quante limitate all'ambiente contadino, ti crea inesorabilmente poca empatia. Perché non riesci a immedesimarti all'interno di una poesia dove è rappresentata un'unica categoria umana, e quindi ti ritrovi a leggerla con estremo piacere, ma non riesci a empatizzare completamente con quello che ti dice, perché essendo riferito a un unicum della tipologia dell'essere umano, il lavoratore agricolo, ti ci ritrovi più distante, soprattutto leggendola a distanza di così tanto tempo ad esempio una persona come me, così lontana da un ambiente simile. Quando leggi invece la poesia di Valentina hai il vantaggio di avere una rappresentazione molto più generale dell'essere umano, è quasi sussurrato, lo vedi, c'è il soggetto, vedi che sta compiendo delle azioni, sei all'ombra di un castagno, guardi la luce della Luna che illumina il piccolo borgo, ti senti immerso nell'oscurità, ma proprio per il fatto che resta così vago, non ti dà un elemento specifico dell'essere umano, ma lo immerge direttamente nella preponderanza dell'essenza della Natura, ti ritrovi ad essere molto più vicino a livello empatico a quello che ti racconta. Proprio perché non dandoti una immagine nitida della parte umana, ma dandoti soltanto il contorno, la cornice, in quella cornice la mente posiziona automaticamente te che lo stai leggendo, e ti permette di empatizzare e godere di ogni singolo istante di questo racconto. Quando trovi una poesia, e una poetessa, come tante volte già vi ho presentato le poesie di Lady Margot, che è in grado di rappresentare con una così delicata pennellata di parole, delle immagini così nitide, così precise, eppure così poco ingombranti, che non tolgono spazio l'una all'altra, ma che si riescono a posizionare perfettamente nel loro spazio, lasciandoti tutto quell'effluvio di energia necessario per poterti inserire all'interno del racconto della poesia che stai leggendo, quando ti suscita una malinconica riflessione, un'emozione di fondo, che ti permette di empatizzare calandoti in questo mondo notturno, bucolico, naturale, così pulito, così scevro di energie negative, che è il mondo che ci crea lei all'interno di poesie di questo genere, allora abbiamo trovato una poetessa che dobbiamo preservare, conservare, fare nostra, su cui riflettere, emozionarci, e da diffondere. Spero che sia stato un modo come al solito di rendere grazie e onore alle poesie di Lady Margot, che sia stato un modo anche per celebrare l'uscita di una raccolta poetica che vi invito ad andare a leggere, e di cui vi lascerò i link in descrizione, e troverete anche la foto come sfondo di questo video, quindi avete idea di cosa sto parlando. Spero sia stato un modo per condividere con voi la speranza di potervi avvicinare alla lettura poetica partendo da autori e autrici, come Valentina, che sono in grado di reggere se non di superare il confronto con grandi autori del passato, per intensità, per capacità espressiva, per emozione suscitata, per capacità di creare colori con le parole, creandone quadri bellissimi, immagini così nitide e forti, e che sia un modo di invogliarvi a prendere carta e penna e, perché no, magari buttare giù qualche verso. Il vostro buon cantore Vox Profundis vi ringrazia per l'ascolto e vi augura un buon proseguimento. Ci risentiamo molto presto."


Concludo ringraziando ancora una volta Vox Profundis per aver selezionato la mia poesia e per averla condivise, ma soprattutto per la grande cura con cui analizza i miei testi, per la delicatezza con cui tratta le mie parole.


Lady Margot




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