top of page
Writer's pictureLady Margot

Il Trasloco 2

Lunedì 20 Febbraio 2023. Il cielo è di un celeste molto tenue. Gli alberi che si innalzano di fronte alla mia finestra si muovono appena, sospinti da un delicato soffio di vento. Il sole oggi risplende, l'aria è tiepida, la luce naturale inonda tutto l'appartamento. Che stia già arrivando la primavera? Ho aperto la finestra, ho fatto un grande respiro e per un momento mi è parso di sentire il profumo del mare. Faccio una pausa. Mi preparo un caffè e metto su una playlist tedesca di musica pop. Sono circondata da decine di scatole di cartone, carta da imballaggio, pile di libri, mobili vuoti. Le fotografie sono già state rimosse dalle pareti, i fori accuratamente chiusi, le pareti nuovamente imbiancate. Tra qualche giorno questo appartamento sarà completamente vuoto, e dopo non conserverà più alcuna traccia del nostro passaggio. Nessuna memoria. Un altro giro di boa. Un altro luogo a cui non tornerò. Un'altra dimensione da cui mi allontanerò per sempre. Un altro "a mai più". Mi sento sopraffatta. Mi siedo per terra, al centro della stanza, mi porto il laptop sulle gambe e inizio a scrivere, solo per qualche minuto, sola con me stessa e baciata dal sole. Il trasloco per me è sempre stato un momento stressante, complicato, angosciante. Non amo particolarmente i cambiamenti. Forse per questo l'ho sempre vissuto più come una perdita che come una esperienza emozionante... – questo era ciò che scrivevo lo scorso anno del mio imminente trasloco.


Venerdì 19 Gennaio 2024. Anche oggi il cielo è azzurro e il sole risplende su Kronach. Il freddo è decisamente arrivato. La temperatura è crollata di colpo di diversi gradi sotto zero. Un bagno di luce illumina a giorno tutta la casa. Mentre leggo le mie righe provo un senso di tenerezza verso la me che sono stata, e questo mi spinge a comprendere quanto io sia cresciuta nell’ultimo anno.

Se ora potessi viaggiare indietro nel tempo e raggiungermi, è a quel momento che tornerei. Mi siederei per terra accanto a lei, le accarezzerei i capelli, e le direi che non c’è assolutamente nulla da temere. Le direi che quello è solo l’inizio, che senza saperlo sta iniziando a costruire la donna che presto diventerà, e che un giorno, non troppo lontano, sarà persino capace di raccogliere tutto quel dolore e lasciarlo andare. Se fossi lì, le direi che è una immensa fortuna avere tutte quelle scatole da riempire. Così piene di vita, di viaggi, di passioni, di lei. è una fortuna anche se in quel momento le sambrano così pesanti da trasportare. Le racconterei che tutta quella vita vissuta non è andata né persa né dimenticata, ma che, solo qualche mese dopo, si trasformerà in una raccolta poetica immortale. Le spiegherei che la vita è fatta di fasi e che, come scrive Hesse, ognuna porta in sé una magia e merita di essere vissuta al meglio delle proprie possibilità. Doveva solo imparare a riconoscerla. Le direi che restare così morbosamente legata al passato non le servirà a niente, perché la vita andrà avanti in ogni caso. Le direi anche che è sua responsabilità sforzarsi di ritrovare il giusto ritmo, il suo ritmo, e imparare a camminarle accanto. Eppure so che qualunque cosa le avessi detto in quel momento, lei non ci avrebbe creduto. Aveva bisogno di scontrarsi con la realtà, di perdere per la strada tutte le sue certezze, di provare, di cadere, di piangere, di sbagliare, per imparare tutto questo. Non c’era altro modo.

 

Il 2023 è stato senza dubbio il mio anno peggiore e allo stesso tempo quello migliore. I primi sei mesi sono stata praticamente assente. Mentalmente, fisicamente ed emotivamente disconnessa. Esistevo qua e là, tra Italia e Germania. Esistevo ma non c’ero. Ero diventata un fantasma. Il fantasma di me stessa. Non sapevo più cosa volevo, non sapevo più chi ero. Nel 2023 mi sono persa. Ho perso la mia direzione. Nella prima parte dell’anno ho detestato letteralmente ogni cosa, non sopportavo più neanche la mia ombra, la gente che mi circondava, il posto in cui stavo. Non c’era niente che mi rendesse felice. Mi sentivo perennemente insoddisfatta. Negli ultimi sei mesi poi sono rinata. Come una fenice che ha bisogno di morire per rinascere dalle proprie ceneri, ho dovuto strappare via la vecchia pelle per ricostruirmi. Un momento prima non c’ero più e l’attimo dopo ero tornata alla vita. Metamorfosi. Oggi riconosco che non ci sarebbe stata rinascita, senza la totale distruzione, che il dolore non arriva mai per caso. Il dolore arriva per insegnare. Il dolore arriva per salvare. E così ora so che tutto ha avuto un peso e che persino vivere in questo microscopico paese di collina sperduto nel mondo, l’isolamento, la solitudine, la mancanza, le disillusioni, le delusioni, il cuore spezzato, i lividi, la momentanea perdita del contatto con la realtà e con me stessa, tutto è servito. Tutto è stato utile e tutto ha avuto senso, perché mi ha spinto a trasformarmi in una donna nuova. Una donna certamente imperfetta. Una donna ancora in piena evoluzione. La donna che oggi rispetto e che amo profondamente.


Ci sono sempre punti di rottura, momenti di crisi in una vita. E questi in realtà costituiscono i momenti di svolta, i cambi di rotta più importanti.  Oggi mentre organizzo l’ennesimo trasloco provo una sensazione di sollievo, di serenità, di pace. Nessun rimpianto, nessuna paura del cambiamento. Questo posto non mi mancherà, ma provo enorme gratitudine per ciò che ha rappresentato: un rifugio sicuro dove nascondermi, ritrovarmi, crescere e tramutarmi in altro.

Nella piena consapevolezza di non poter controllare il futuro, nell’accettazione dell’assoluta imprevedibilità della vita, oggi auguro a me stessa un nuovo anno pieno di colori, di luce, di leggerezza. Soprattutto, mi auguro di vivere questa nuova fase della mia vita in piena armonia con la verità del mio cuore, con la natura della mia anima, con l'audacia delle mie passioni.


Giovedì 29 Febbraio 2024. Oggi il cielo è grigio su Kronach. La montagna si intravede appena, riposa nascosta dietro una spessa cortina di nuvole e nebbia. Il grande giorno è arrivato. Le scatole sono ormai sigillate, i mobili sono stati liberati, qua e là nell'appartamento ci sono pile di roba accatastata. Domani saremo già altrove. Stanchezza a parte, provo mille emozioni contrastanti, ma principalmente gioia e grande eccitazione. Per quanto possa sentirmi esausta, non smetto di essere anche fiduciosa, perché so che questo è un passo importante, che mi avvicinerà ancora di più alla realizzazione dei miei sogni. Proprio in merito a questo, condivido un brevissimo pensiero che ho scritto qualche giorno fa e che spero possa essere di ispirazione anche a chiunque di voi mi stia leggendo:


-A me stessa-

Non pensare neanche per un solo istante di non essere abbastanza. Abbastanza forte, in gamba, intelligente, brillante, divertente, speciale. Non lasciare che nessuno ti faccia sentire in quel modo. Non lasciare che nessuno ti metta i piedi in testa e non lasciare che siano gli altri a definire chi sei, a stabilire il tuo valore. Qualunque sfida, anche la più difficile, è alla tua portata. E qualunque sogno tu abbia, qualunque visione, interesse, passione o desiderio, che ti spinga a svegliarti ogni giorno, è valido e merita di essere perseguito. Non si è mai troppo vecchi per stravolgere la propria vita, per cambiare carriera, per provare a realizzare un sogno. E non importa ciò che gli altri diranno o penseranno. Non importa quante volte cadrai. Non importa neanche se fallirai. Ciò che conta è crederci sempre. Sei meravigliosa così come sei. Non dimenticarlo.


Lady Margot

 

19 Gennaio 2024 29 Febbraio 2024


Comments


bottom of page