Lady Margot Stories
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- Manifesto
Vivere, ogni giorno, con l'audacia di chi sfida la sorte, con la determinazione di chi non si accontenta, con la speranza di chi vuole cambiare il mondo. Vivere, ogni giorno, con la grazia di una farfalla che danza, con gentilezza e con compassione, con umiltà e apertura mentale, con integrità, rispetto e valore. Vivere, ogni giorno, con la sapienza di un vecchio saggio, in armonia con il proprio cuore, con gratitudine per tutto ciò che ci sfiora, con fiducia, leggerezza e amore. Vivere, ogni giorno, con una meta sempre presente, con coraggio e con direzione, per onorare i nostri ideali, i nostri sogni e le nostre passioni. Vivere, ogni giorno, in connessione con l'universo. Sentirsi uno e comunque parte del tutto, lasciarsi ispirare da ciò che è diverso. Vivere, ogni giorno, per sé stessi con sé stessi oltre sé stessi. Lady Margot
- Sei tu
Sei tu realismo materia ragione la luna che muove i tuoi passi magia istinto astrazione Sei tu tempesta che abbatte creazione chimera mistero miraggio arrivo partenza destinazione Sei tu coraggio tenacia passione I sogni ti battono al centro dalla parte del cuore Lady Margot Maggio 2024
- Wer bist Du?
Sei la somma di ogni tuo passo, la casa d'infanzia dove sempre ritorni, quella terra lontana che hai visitato una volta, e ancora te ne ricordi. Sei il luogo dove ora esisti, la strada verso casa che ogni giorno percorri, il paesaggio multiforme della Baviera. Sei il tuo incessante pensare, le avventure che rivivresti, le scelte che rifaresti. Sei il tuo sarcasmo, il tuo umorismo un po' nero, le tue lacrime e la tua timidezza, il tuo dolore e le tue risa. Sei tutti i tuoi sbagli, le paure che ti tolgono il fiato, i mostri che la notte ti tengono sveglio. Sei luce e ombra, i tuoi desideri segreti, le stelle che hai visto cadere ad Agosto, e che ancora bruciano nel tuo petto. Sei tutti i tuoi libri, le cadute e le ginocchia sbucciate, gli ideali che ti muovono, le cicatrici e gli specchi rotti, la vita che hai già vissuto e quella che hai generato. Sei la musica che ami, tutte le storie che hai scritto, e anche quelle che hai accantonato, la tua poesia d'amore più bella. Sei estate e sei inverno. Sei tutti i treni che hai perso, le parole che non hai più pronunciato. Sei il tuo continuo cercarti e cercare, assolutamente imperfetto, in continua evoluzione, dannatamente autentico, uno tra tanti, e comunque unico. Lady Margot 24 Dicembre 2023
- High Contrast
E mentre altrove stanotte esplodono bombe, intorno a me le stelle. Lady Margot Novembre 2023
- I tuoi occhi
Neri, come il mare quando è notte. Che il mio buio, se li guardo, si fa luce. Che a fissarli tutto il resto non esiste. Che mi cercano, e già sanno cosa voglio. Lady Margot Dicembre 2023
- La grande stagione
Veloci si muovono le nubi al decollo. Dal vetro le osservo, rimango in silenzio, l’orizzonte è un riflesso, il cielo è più nero poco prima del giorno. Confusi ricordi mi tornano in mente. L’estate, la gente, io c’ero, tu assente. L’autunno ci svela il suo vero colore, i rami già secchi, io sono in fiore. La neve ora cade, ricopre la terra, il vento si placa, Il cuore si sveglia. Lady Margot Dicembre 2023
- Nuvole Bianche
Nel mio cielo oggi scorrono nuvole bianche. Nella terra delle cose perdute, tra le macerie dell'anima, sta crescendo un fiore. Si è dissolta la nebbia, ci sorprende la luce. Nel tuo cielo io spero splenda sempre il sole. Lady Margot 10 Febbraio 2024
- Lotus
Percorro il sentiero che fiancheggia il lago, un mucchio di boccioli bianchi galleggia a riva. Mi allungo verso lo specchio d'acqua e istintivamente ne raccolgo uno, poi lo adagio tra i capelli. Così come il loto cresce e fiorisce nel fango, anche io sono fiore d'acqua. Rinasco dalla notte, mi immergo nell'oscurità e poi danzo sopra i miei demoni. Lady Margot Febbraio 2024
- Ero(t)ica
Si alza la marea nella quiete della sera. Un soffio di vento, e di colpo viene giù anche l’ultimo velo. Nel chiarore delle stelle, uno specchio liquido si espande e riflette due morbidi pendii di candida organza. Poco più in alto, in vetta, fiorisce e si bagna il bianco giglio d’inverno. I pistilli si allungano, il fiore si schiude, rivolgendo gli stami alla grande luna. È ora! Il mare ruggisce, l’acqua è già alta, a tratti straborda. Si apre la conchiglia, l’onda si spegne a riva, sulla sua lingua di schiuma ora splende una perla. Lady Margot
- Un anno
Con la prima domenica di Gennaio arrivò anche il primo freddo della stagione. Fino ad allora era stato un inverno insolitamente mite, umido, piovoso. La neve quel mattino veniva giù leggera, a intermittenza, disegnando nel cielo impercettibili vortici d’aria, poi precipitava e si adagiava sui tetti delle case. Lei affacciata al patio in legno si godeva un po' distratta il bianco spettacolo. I fiocchi le sfioravano il viso, alcuni si posavano tra i suoi capelli, altri invece le scivolavano addosso e si depositavano sul pavimento. Stava facendo una breve pausa tra l’imballaggio di un mobile e lo smontaggio di un altro. I traslochi l’avevano sempre messa a dura prova. Questa volta però si sentiva diversa. Un uccello in lontananza fischiò e la riportò alla realtà. Sopra di lei una fitta muraglia di nuvole bianche. Poco dopo la sua mente si allontanò ancora. E così ripensò all’anno appena trascorso, al precedente trasloco, a quando era arrivata in quel piccolo paese in collina, in quella casa adagiata ai piedi della montagna, a quando si era persa e non sapeva più chi fosse diventata. In quel periodo, spesso, si guardava allo specchio e non si riconosceva. Ogni giorno osservava dalla finestra la gente muoversi, vivere, e tutto le appariva talmente estraneo, freddo, statico. Solitudine, isolamento, soffocamento. Erano quelle le sensazioni che provava. Come se una morsa le stringesse costantemente la gola. Per questo aveva iniziato ad assentarsi, anche per lunghi periodi. Erano vere e proprie evasioni. Scappava da quel luogo, da sé stessa, dai suoi sentimenti. Solo nella fuga, nell’atto del riporre un paio di vestiti in valigia e di andare, riusciva ancora a sentire qualcosa. Ma ad ogni suo ritorno tutto tornava ad essere uguale, forse persino peggiore. Non si dava pace. Avvertiva un implacabile tormento dell’anima. Intuiva che il segreto per imboccare la strada della felicità era sempre stato davanti ai suoi occhi. Doveva solo fermarsi e smettere di scappare. Ma non aveva mai saputo come fare. Fuggire era sempre stata la sua qualità migliore. Era ciò che aveva fatto per tutta la vita. Ovunque lei si trovasse, ogni volta che aveva avuto paura, aveva fatto una valigia ed era scappata. E così un giorno d’inizio estate, seduta su quello stesso patio in legno, mentre scriveva nel suo diario, fece un patto con sé stessa. Si regalò del tempo. Per i successivi sei mesi, qualunque cosa fosse accaduta nella sua vita, non sarebbe scappata. I primi tempi furono estremamente difficili. Provava dolore, insoddisfazione, un immenso vuoto interiore, frustrazione, uno stato di agitazione costante. Ma non si arrese. Si presentò ogni giorno all’appuntamento più scomodo della storia degli appuntamenti. Quello con sé stessa. Con lo scorrere del tempo fu sorpresa di scoprire come le cose dentro di lei iniziavano a cambiare. Per la prima volta lei si trasformava e tutto intorno a lei restava uguale. E così, mentre tutto fuori si colorava d' Autunno, dentro di lei il dolore si trasformava in resilienza, l’insoddisfazione si faceva possibilità, il suo vuoto interiore diventava uno spazio di sicurezza, di creatività, di libertà, una casa tutta da riempire, da decorare, da proteggere, da vivere. E ancora, la frustrazione si faceva speranza e l’agitazione si trasformava in pazienza. Alla fine di Novembre, aveva una luce negli occhi diversa. L'inverno era alle porte eppure tutto in lei era in rinascita. Le sue labbra non erano più una linea piatta sul suo viso stanco, ma erano tornate a sorridere, i suoi capelli erano più lunghi, il suo viso più sereno. Era diventata più grande, forse solo più donna. La compagnia di sé stessa non le faceva più paura, perché aveva imparato ad affrontare i mostri che sin da bambina la terrorizzavano. Aveva imparato che la vita può essere davvero imprevedibile, che non tutto va sempre secondo i propri piani. Che una stagione può essere grigia e quella successiva regalare un’esplosione di colori. Aveva imparato che i sentimenti sono veri finché fanno battere il proprio cuore, non quello degli altri. Che non tutto deve essere per forza concesso, mostrato, ostentato. Al contrario, le cose più belle, i legami più importanti, vanno tenuti per sé, custoditi gelosamente, conservati con cura. Aveva imparato a dominare le proprie emozioni, a cadere e a rialzarsi da sola, a guardare in faccia il dolore, ad attraversarlo e, al giusto tempo, anche a lasciarlo andare. Aveva imparato a incoraggiarsi e a consolarsi da sola. Aveva imparato che la vita è piena nella misura in cui ci si sforza di viverla, che la propria pelle può essere la più grande prigione o il più bel trampolino di lancio da cui osservare il mondo. Era stato un anno di rivelazione, di rinascita, di trasformazione. E sapeva che la via per la guarigione era ancora lunga, ma adesso non vedeva l’ora di percorrerla. Era ancora lei, eppure diversa. Aveva occhi nuovi, una voglia pazzesca di vivere, il cuore più pieno e allo stesso tempo più leggero. I sei mesi erano trascorsi, la sua promessa era stata mantenuta e l’inverno era tornato. Non si era mai sentita più orgogliosa. Mentre sigillava l’ultima scatola di cartone catturò la sua attenzione un libricino di Hesse. Per molto tempo non ci aveva più pensato. Lo raccolse istintivamente tra le mani. Tirò il segnalibro rosso e, esattamente come un anno prima, le apparve davanti agli occhi la stessa meravigliosa poesia. Stufen. Si sedette sul pavimento, tra le pile di scatole che ancora una volta contenevano ogni minuscolo pezzo della sua vita. E così, sottovoce, cominciò a recitare: Come ogni fior languisce e giovinezza cede a vecchiaia, anche la vita in tutti i gradi suoi fiorisce, insieme ad ogni senno e virtù, né può durare eterna. Quando la vita chiama, il cuore sia pronto a partire ed a ricominciare, per offrirsi sereno e valoroso ad altri, nuovi vincoli e legami. Ogni inizio contiene una magia che ci protegge e a vivere ci aiuta. Gli occhi si inumidirono. Sorrise brevemente. La magia di cui parlava Hesse ora la percepiva anche lei. Era dentro di sé e tutto intorno a lei. Una lacrima le rigò il volto. Proseguì: Dobbiamo attraversare spazi e spazi senza fermare in alcun d’essi il piede, lo spirto universal non vuol legarci ma su di grado in grado sollevarci. Appena ci avvezziamo ad una sede rischiamo d’infiacchire nell’ignavia; sol chi è disposto a muoversi e partire vince la consuetudine inceppante. Forse il momento stesso della morte ci farà andare incontro a nuovi spazi; della vita il richiamo non ha fine… Su, cuore mio, congedati e guarisci! Guardò dalla finestra, era già sera. Le nubi si stavano dissolvendo. Le stelle quella notte avrebbero brillato più forte nel cielo terso della Baviera. La luna, invece, avrebbe raggiunto la sua forma migliore. Lei posò la chiave sul ripiano della cucina, chiuse la porta alle sue spalle, e caricò le ultime scatole in auto. Prima di partire osservò dallo specchietto retrovisore, per l'ultima volta, il riflesso della grande montagna, poi accese il motore, mise su la sua playlist preferita e si diresse verso l'autostrada. Era già iniziato un nuovo capitolo della sua vita. Lady Margot 4 - 7 Gennaio 2024
- 11
ti porti via da qui la forma migliore del sogno la certezza di sapere che tra paure e silenzi l’amore se ne sta lì accovacciato aspettando. porti in te il mio nome come un tesoro sulle rovine del mio corpo che si allontana tra le ombre dell’orrore della disperazione non mi resta che l’amaro battito delle ore che mi davi arriverà il giorno del silenzio di tacere di non dire più nulla per lasciare il posto al ricordo che tutto inonda che tutto riempie e distrugge. trad. di Valentina Marzulli (Versione Originale) te llevas de aquí la forma mejorada del sueño la certeza de saber que entre miedos y silencios el amor está agazapados esperando tienes en ti mi nombre como un tesoro sobre las ruinas de mi cuerpo que se aleja entre las sombras del horror de la desesperación me queda el amargo latido de las horas que me dabas llegará el día del silencio de callar de no decir nada para dejar paso el recuerdo que todo lo inunda que todo lo llena y lo desgarra. Reflejos Literarios - poemas de amor y resistencia de Hugo Vargas Link al blog letterario dell'autore argentino: https://reflejosliterarios.blogspot.com/2023/10/arboles-secos.html?fbclid=IwAR2Fx1hnViFYHAb4qjqeVZofDvCnvwmWTBVhNrSTVIdyjv3T0d0Hl4KJQrg
- Tracce di noi
E ci saranno nuovi orizzonti, e tramonti di fuoco, e vergini terre da conquistare. E correremo liberi, nei nostri mondi stranieri, su distese di erba intatta. E di fronte al mare noi come sempre ci stupiremo. E con gli occhi pieni di cielo, in silenzio, guarderemo gli uccelli volare. E ancora ci penseremo, ognuno nella propria pelle, ammirando le stelle brillare. E ci commuoveremo, e annuseremo il vento, e ci mancherà il fiato. E infine sorrideremo, e spereremo sempre che l'altro stia bene. Lady Margot 13. Febbraio 2024